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lunedì 6 febbraio 2012

MADAME BOVARY

Stavamo nell'aula di studio quando entrò il preside seguito da un nuovo vestito in borghese, e da un bidello che portava un grosso banco. Quelli che dormivano si svegliarono, e tutti si alzarono in piedi, come colti in pieno lavoro.
Il preside ci fece segno di rimetterci a sedere, poi, voltandosi verso il prefetto, gli disse a bassa voce: "Professor Roger, le raccomando questo allievo; entra in quinta. Se dimostrerà diligenza e buona condotta, passerà tra i grandi dove'è il suo posto, data l'età".
Il nuovo era rimasto nell'anglo, dietro la porta, in modo che lo si vedeva appena; era un ragazzotto campagnolo d'una quindicina d'anni, e più alto di tutti noi. Aveva i capelli tagliati dritti sulla fronte, come un chierichetto di villaggio, e un'aria seria e assai imbarazzata.

(Gustave Flaubert, Madame Bovary, trad. G. Achille, ed. BUR)

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