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mercoledì 24 novembre 2010

La lega, la cintura e gli errori linguistici

Quando mia figlia era molto piccola, prendendo in mano la cintura di un paio di pantaloni affermò:"Ecco la lega", inventandosi un nome deverbale per indicare un oggetto che serviva, dal suo punto di vista, a "legare" qualcosa. Un simpatico errore: ma che cos'è un errore linguistico? In generale si può dire che si auna deviazione rispetto alla norma codificata dalla comunità  linguistica, una violazione di un comune sentimento della lingua.

Tuttavia la nozione di errore assume connotazioni particolari nei diversi indirizzi di ricerca; ad esempio, nella psicanalisi l'errore è una delle principali espressioni dell'incoscio.
Per la psicolinguistica si tratta di una prova empirica del fòunzionamento dei meccanismi di produzione del linguaggio. Per la linguistica storica, è una delle cause fondamentali del processo di cambiamento di una lingua; infatti l'errore può riflettere tendenze innovative destinate ad affermarsi in una fase successiva della storia linguistica.
Significativo al riguardo è il caso dell'Appendix Probi, un documento che risale probabilmente al III-IV secolo e che contiene una lista di 227 parole non corrispondenti alla buona norma. Un anonimo maestro romano raccolse le forme errate in uso presso i suoi allievi e le affiancò a quelle corrette; vi troviamo, per esempio: speculum e non speclum, vetulus e non veclus, columna e non colomna... è facile vedere come, proprio dalle forme errate, sia derivata la forma lessicale italiana corrispondente.

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