La lirica che segue è la prima del Canzoniere di Francesco Petrarca e ne costituisce in un certo senso l'introduzione e la chiave di lettura: si sa che l'introduzione è l'ultimo pezzo che si scrive, di solito, in un libro, perché esprime un giudizio sul suo intero contenuto e ne offre una visione panoramica. E' quindi probabile che questa lirica sia stata scritta in epoca tarda.
Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono
di quei sospiri ond'io nudriva 'l core
in su mio primo giovenile errore,
quand'era in parte altr'uom da quel ch'i' sono:
sabato 27 novembre 2010
mercoledì 24 novembre 2010
La lega, la cintura e gli errori linguistici
Quando mia figlia era molto piccola, prendendo in mano la cintura di un paio di pantaloni affermò:"Ecco la lega", inventandosi un nome deverbale per indicare un oggetto che serviva, dal suo punto di vista, a "legare" qualcosa. Un simpatico errore: ma che cos'è un errore linguistico? In generale si può dire che si auna deviazione rispetto alla norma codificata dalla comunità linguistica, una violazione di un comune sentimento della lingua.
domenica 21 novembre 2010
la leggerezza di Calvino e la frivolezza dei tempi
Una grande inascoltata lezione di Italo Calvino, tratta dalle "Lezioni americane":
"...esiste una leggerezza della pensosità, così come tutti sappiamo che esiste una leggerezza della frivolezza: anzi, la leggerezza pensosa può far apparire la frivolezza come pesante e opaca
[...]
Se volessi scegliere un simbolo augurale per l'affacciarsi al nuovo millennio, sceglierei questo: l'agile salto improvviso del poeta- filosofo che si solleva sulla pesantezza del mondo, dimostrando che la sua gravità contiene il segreto della leggerezza, mentre quella che molti credono essere la vitalità dei tempi, rumorosa, aggressiva, scalpitante e rombante, appartiene al regno della morte, come un cimitero d'automobili arrugginite"
"...esiste una leggerezza della pensosità, così come tutti sappiamo che esiste una leggerezza della frivolezza: anzi, la leggerezza pensosa può far apparire la frivolezza come pesante e opaca
[...]
Se volessi scegliere un simbolo augurale per l'affacciarsi al nuovo millennio, sceglierei questo: l'agile salto improvviso del poeta- filosofo che si solleva sulla pesantezza del mondo, dimostrando che la sua gravità contiene il segreto della leggerezza, mentre quella che molti credono essere la vitalità dei tempi, rumorosa, aggressiva, scalpitante e rombante, appartiene al regno della morte, come un cimitero d'automobili arrugginite"
giovedì 18 novembre 2010
Cino da Pistoia e Lucio Battisti
Siamo abituati a pensare a Dante come padre della nostra letteratura e primo nostro grande poeta. Tuttavia, come sempre accade, egli non ha operato nel vuoto, ma è stato preceduto da una tradizione che troppo spesso viene dimenticata. Tanto per fare un piccolo esempio, ecco qui di seguito una lirica d'alto stile predantesco, scritta da Cino da Pistoia; chissà se Lucio Battisti l'aveva letta, prima di scrivere la Canzone del Sole?
lunedì 8 novembre 2010
la letteratura secondo Kafka
Nelle lettere, Kafka si chiede e chiede al suo compagno di studi Oskar Pollak: "Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo?". Esclude così, fin dal gennaio 1904, la possibilità che la letteratura sia fonte di una qualche felicità. Franz sostiene infatti che, se dovessimo cercare questo nei libri, la letteratura sarebbe inutile.
sabato 6 novembre 2010
Questioni di lingua: che cos'è una frase?
Può sembrare una domanda banale, ma la definizione di "frase" non è così scontata. Secondo una norma grafica, il punto è il confine della frase, che permette di individuare le frasi in un testo scritto. Nella lingua parlata, le cose vanno però diversamente: ci sono, è vero, le pause e l'intonazione, ma sono fattori variamente realizzabili da chi parla e variamente interpretati da chi ascolta. Se proviamo a dettare un testo a venti persone, senza indicare la punteggiatura, probabilmente non avremo due persone che metteranno i punti allo stesso modo. Per non parlare poi degli altri segni di interpunzione.
martedì 2 novembre 2010
Il tempo
Il tempo che incalza,
che preme, che spinge
che immemore fugge
non sa
di un luogo lontano
vicino smarrito
tra la sua corsa e
l’eternità
E’ dove t’incontro
adesso, domani,
è il luogo del sempre,
del mai
E’ dove ti vedo,
ti parlo, ti ascolto
lì dove ancora
ci sei
e sulle ginocchia
mi tieni una volta
ancora mi chiami
palìn
io vado, tu vieni e
l’istante trattieni
che fugge ma non
se ne va.
lunedì 1 novembre 2010
Catullo
Cercavo in pagine antiche
quel giovane dolore
lo sguardo rovente che accarezza
il corpo amato e lo pretende
per sempre per sé
Rabbia feroce infantile
che senza rassegnazione
impreca per la ferita
bruciante
d’inconsolabile perdita.
Morì ragazzo, intatto
dalla triste quiete del cuore.
Tornò, annullando i secoli,
amico del mio cuore
fanciullo.
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