Steinbeck e l'umorismo pirandelliano

Nel XIII capitolo di Pian della Tortilla ho trovato un esempio di quello che, secondo me, Pirandello intendeva per umorismo, nel suo famoso saggio:
La signora Teresina Cortez e i suoi otto figli e la sua vecchia genitrice vivevano in una graziosa baracca sull'orlo della ravina profonda che limita a mezzogiorno il Pian della Tortilla. Teresina era una piacente incarnazione di donna matura: e non aveva, invero, che trent'anni. Sua madre, relitto sdentato e risecchito della generazione precedente, ne aveva cinquanta. A tutti era da un pezzo passato di mente che si chiamava Angelica. 
Durante la settimana le magre dita di questa vecchia sbrigavano svelte non poco lavoro, poiché a lei toccava nutrire, pulire, vestire, far ruzzare e mettere a letto i primi sette figli degli otto marmocchi. Teresina era tutta presa dalle cure dell'ottavo, e da certi preparativi per il nono. 
Ogni domenica, però, la vecchia, ammantata di nero reso più antico che lei stessa, e con in capo un imperituro affare di nera paglia dal quale pendevano due grosse ciliege di stucco smaltato, mandava al diavolo i doveri casalinghi e si recava, piena di decisione, in chiesa dove sedeva impassibile come i santi stessi nelle nicchie. Una volta al mese, inoltre, andava, di pomeriggio, a confessarsi. Sarebbe stato interessante sapere di quali peccati si confessasse, e in quali ore della giornata codesti peccati commettesse, poiché in casa di Teresina creature di tutti gli stadi dell'evoluzione animale richiedevano assistenza di minuto in minuto...
Il capitolo continua su questo tono e ad un certo punto l'autore teorizza, per bocca di uno dei personaggi, qualcosa di molto simile all'umorismo pirandelliano: "C'è ridere e ridere" disse Gesù Maria, continuando:"La storia di Bob il Lungo è certo buffa, ma pur mentre apre la bocca per ridere, uno si sente sul cuore come una mano che strizza e spreme...E' buffa, è da ridere, e tuttavia non riesce allegro riderne".